Nuovo provvedimento Patent Box: opportunità e sfide nell’era dell’intelligenza artificiale

5 Novembre 2025
Provvedimento Patent Box

Il 10 ottobre è entrata in vigore la L. 132/2025 (Disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale), che introduce per la prima volta in Italia una disciplina specifica sull’IA, con effetti significativi anche in relazione agli strumenti fiscali che agevolano l’innovazione.

Questa legge definisce per la prima volta a livello nazionale l’ambito di applicazione dell’intelligenza artificiale in contesti creativi e produttivi, e impone un nuovo filtro normativo sul rapporto tra automazione e apporto umano. Nell’ambito del provvedimento Patent Box, questa novità può ridefinire i confini del “bene immateriale agevolabile”, soprattutto quando lo sviluppo tecnologico si appoggia a tecniche di machine learning, generazione automatica o assistita.

Definizione di IA secondo la legge 132/2025 e implicazioni pratiche

Secondo la normativa di cui sopra, un sistema di intelligenza artificiale è un sistema automatizzato che può adattarsi dopo la diffusione, e che “deduce dall’input che riceve come generare un output (previsioni, contenuti, raccomandazioni, decisioni) che può influenzare ambienti fisici o virtuali”.

Per qualificarsi come IA nel senso della legge, il sistema deve dunque soddisfare almeno due condizioni:

  • possedere capacità di variare e adattarsi durante il suo funzionamento;
  • generare output autonomi e rilevanti per il contesto in cui opera.

La legge si pone l’obiettivo di definire con una formulazione abbastanza flessibile i confini dell’IA, in modo da non restare obsoleta con i progressi tecnologici, ma al tempo stesso garantire che la disciplina identifichi caratteristiche ben definibili del sistema.

Alla luce di questa nozione, il legislatore ha introdotto modifiche alla legge sul diritto d’autore (L. 633/1941). L’art. 25 della L. 132/2025 interviene sull’art. 1, primo comma della legge sul diritto d’autore, stabilendo che la tutela è riconosciuta solo alle opere che riflettono un contributo umano, anche quando l’opera è sviluppata con l’ausilio di strumenti di IA, “purché costituenti risultato del lavoro intellettuale dell’autore”.

Di conseguenza, non è ammissibile la protezione di opere create interamente da un sistema automatizzato. Ciò conferma un principio antropocentrico: l’innovazione deve sempre conservare un elemento creativo umano per potersi qualificare come opera dell’ingegno tutelabile.

Un’altra implicazione della legge è che una soluzione di IA — se dotata di carattere originale — può essere considerata opera dell’ingegno a tutti gli effetti, purché l’apporto creativo dell’autore resti determinante. In altri termini, l’IA non è solo uno strumento, ma può incarnare anche l’oggetto stesso della creatività umana.

Ripercussioni sull’applicazione del provvedimento Patent Box

Ora che la disciplina sull’IA ha trovato una cornice normativa dedicata, sorgono questioni pratiche e interpretative per le imprese che intendono sfruttare il provvedimento Patent Box nei progetti in cui l’IA è parte integrante.

Beni agevolabili in scenari con IA

Un software o un algoritmo con componenti IA può essere candidato al beneficio, ma l’impresa deve dimostrare che l’apporto creativo principale sia stato esercitato da un soggetto umano. In sede di certificazione del bene immateriale, è necessario chiarire quali parti del processo di sviluppo siano state realizzate da modalità automatizzate e quali siano invece frutto del giudizio, dell’intenzione e della creatività dell’autore vivente.

Per esempio, se una parte del codice è generata automaticamente da un sistema di IA, l’impresa dovrà documentare in modo esplicito quale interazione creativa l’utente (o sviluppatore) ha apportato: design decision, scelta di parametri, moduli aggiuntivi, personalizzazioni, architettura del flusso logico.

Documentazione e autocertificazione

Poiché il Patent Box richiede una autocertificazione del requisito di tutela (originalità, carattere creativo) nei casi in cui il bene non sia un brevetto, l’impresa dovrà fornire un supporto documentale robusto che contabilizzi le fasi creative, le versioni intermedie, i log di sviluppo, i cambiamenti progettuali e le decisioni progettuali.

Va tenuto in debita considerazione il fatto che il legislatore ha stabilito che l’IA non esclude l’accesso alla tutela quando l’apporto umano sia determinante. Ciò significa che, durante l’operazione di autocertificazione, il soggetto richiedente deve dimostrare chi, quando e in quale misura ha guidato il processo creativo, distinguendo le fasi automatiche da quelle creative.

Impatto su costi eleggibili e recapture

L’intervento della Legge in materia di intelligenza artificiale fa prevedere che una parte del beneficio possa essere attribuita a costi connessi all’addestramento, alla integrazione o allo sviluppo di moduli IA, nella misura in cui questi siano funzionali al bene immateriale. Tuttavia, il rischio è che il confine tra spesa automatica e contributo creativo umano venga contestato in sede di verifica, rendendo indispensabile una contabilità analitica e un sistema di tracciabilità rigoroso.

In fase di recapture (ossia in caso di modifiche successive al bene immateriale), diventa cruciale poter collegare ogni spesa all’evoluzione progettuale, per evitare che si perda l’ammissibilità dell’agevolazione su parti del bene divenute non più conformi ai requisiti.

Verso una strategia integrata per l’IA e il Patent Box

Con l’entrata in vigore della L. 132/2025, le imprese che operano nell’ambito dell’intelligenza artificiale si trovano davanti a un bivio: da un lato, la normativa offre una cornice affinata con cui interpretare la creatività su modelli IA; dall’altro, impone nuove responsabilità documentali e progettuali.

Per cogliere pienamente il potenziale agevolativo, è consigliabile:

  1. coinvolgere tecnici e sviluppatori fin dalle prime fasi, per delineare chiaramente i confini tra automazione e creatività manuale;
  2. predisporre fin da subito versioni intermedie, log di sviluppo e reporting delle decisioni creative;
  3. integrare il dossier tecnico del Patent Box con sezioni dedicate all’IA e spiegazioni puntuali del contributo umano;
  4. monitorare l’evoluzione normativa e le interpretazioni dell’Amministrazione finanziaria in relazione all’IA e all’innovazione software.

Solo in questo modo sarà possibile trasformare la novità introdotta con la nuova Legge sull’AI in un’opportunità concreta, assicurando che i progetti che integrano sistemi intelligenti possano godere con certezza del beneficio fiscale previsto dal provvedimento Patent Box.

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