Strumenti per la governance aziendale: adeguati assetti, IRS 18, sostenibilità e Balanced Scorecard

19 Dicembre 2025
strumenti per la governance aziendale

Il quadro normativo e manageriale in cui operano oggi le imprese italiane è in profonda evoluzione. L’obbligo di dotarsi di adeguati assetti organizzativi, la crescente centralità della rendicontazione di sostenibilità e l’utilizzo di strumenti per la governance aziendale e di controllo direzionale, come la Balanced Scorecard, stanno ridefinendo il concetto stesso di governance, soprattutto per le PMI.

In questo scenario si inserisce l’IRS 18 del Consiglio Nazionale dei Commercialisti, dedicato all’integrazione tra Balanced Scorecard e misurazione delle performance ESG, che fornisce indicazioni operative per progettare sistemi di governo aziendale capaci di coniugare controllo, trasparenza e visione strategica. La sostenibilità, infatti, non rappresenta più solo un vincolo normativo, ma un autentico fattore di creazione del valore.

Strumenti per la governance aziendale sempre più strutturati

La crescente attenzione ai temi ambientali, sociali e di governance sta spingendo imprese e organizzazioni ad adottare strumenti per la governance aziendale sempre più strutturati. Indicatori normativi, standard di rendicontazione e modelli manageriali, pur nati con finalità diverse, possono oggi essere integrati in un unico sistema coerente, funzionale sia al rispetto delle regole sia al miglioramento delle performance.

IRS 18, rendicontazione di sostenibilità e Balanced Scorecard costituiscono, se correttamente coordinati, un supporto essenziale alla costruzione di assetti organizzativi, amministrativi e contabili adeguati, in grado di presidiare rischi, opportunità e mantenimento della continuità aziendale.

1. Adeguati assetti e nuovi obblighi organizzativi anche in ottica ESG

Il Codice della Crisi d’Impresa, introdotto con il D.Lgs. n. 14/2019 , ha inciso in modo significativo sull’art. 2086 c.c., imponendo alle società l’adozione di assetti organizzativi, amministrativi e contabili proporzionati alla natura e alle dimensioni dell’impresa.

Tali assetti devono consentire non solo la corretta gestione aziendale, ma soprattutto l’individuazione tempestiva degli squilibri economico-finanziari e della perdita della continuità aziendale. Tra i principali indicatori di adeguatezza assume rilievo la capacità dell’impresa di dotarsi di strumenti di pianificazione, controllo e reporting, anche di natura extra-contabile.

Con il recepimento della Direttiva CSRD (2022/2464/UE) tramite il D.Lgs. n. 125/2024, il concetto di adeguati assetti si amplia ulteriormente, includendo policy, processi e sistemi di monitoraggio dei fattori ESG (Environmental, Social, Governance).

Un’impresa che integra nei propri controlli interni la gestione dei rischi ambientali, la tutela del capitale umano e i principi di etica e trasparenza risponde pienamente sia agli obblighi civilistici, sia alle aspettative di mercato legate alla sostenibilità.

2. Rendicontazione di sostenibilità: da obbligo normativo a leva strategica

La rendicontazione di sostenibilità rappresenta oggi uno dei principali strumenti per la governance aziendale orientata alla trasparenza. Obbligatoria per le grandi imprese e progressivamente estesa anche alle PMI, su base volontaria, essa consente di comunicare in modo strutturato le performance ESG.

Il quadro di riferimento è delineato da:

  • CSRD e D.Lgs. n. 125/2024, che disciplinano contenuti e modalità della rendicontazione;
  • European Sustainability Reporting Standards (ESRS), elaborati da EFRAG, inclusi i modelli semplificati VSME per le PMI;
  • principi professionali, tra cui l’IRS 14 dedicato alla rendicontazione volontaria per PMI e microimprese.

La rendicontazione ESG deve essere integrata nella strategia aziendale e nei sistemi di governance, secondo il principio della doppia rilevanza, che considera sia l’impatto dell’impresa sull’ambiente e sulla società, sia i rischi ESG sul modello di business.

Aiuta le imprese a beneficiare di una maggiore credibilità verso banche e stakeholder, migliorando l’accesso al credito grazie alla qualità delle informazioni fornite.

3. Balanced Scorecard e KPI ESG: uno strumento chiave per la governance aziendale

La Balanced Scorecard, ideata da Kaplan e Norton, è uno dei più efficaci strumenti per la governance aziendale, poiché consente di tradurre la strategia in obiettivi misurabili attraverso quattro prospettive:

  • economico-finanziaria;
  • clienti;
  • processi interni;
  • apprendimento, innovazione e capitale umano.

Questo modello supera la visione esclusivamente economica delle performance, includendo indicatori qualitativi e organizzativi. La sua funzione principale è quella di collegare in modo causale obiettivi strategici, risorse e iniziative operative.

In tale contesto, l’integrazione dei KPI ESG all’interno della Balanced Scorecard consente di monitorare in modo strutturato indicatori ambientali (emissioni, consumi), sociali (sicurezza, inclusione, impatto sul territorio) e di governance (etica, gestione del rischio).

L’IRS 18 del CNDCEC fornisce indicazioni pratiche per arricchire la BSC con metriche ESG, rendendo la sostenibilità parte integrante del sistema di controllo direzionale.

4. Integrazione tra assetti, sostenibilità e Balanced Scorecard

L’adozione di strumenti di valutazione delle performance che includano anche la dimensione ESG rafforza gli adeguati assetti organizzativi, consentendo un monitoraggio tempestivo dei rischi e il rispetto degli obblighi previsti dall’art. 2086 c.c.

I dati raccolti tramite la Balanced Scorecard alimentano, poi, la rendicontazione di sostenibilità obbligatoria e volontaria, favorendo una cultura aziendale orientata alla responsabilità e alla creazione di valore condiviso.

Balanced Scorecard ed ESRS presentano numerosi elementi comuni:

  • orientamento strategico e forward looking;
  • approccio multidimensionale alle performance;
  • centralità dei KPI;
  • collegamento tra obiettivi, rischi e risultati;
  • rafforzamento dell’accountability organizzativa e della trasparenza.

5. Le criticità dell’integrazione

Il percorso di integrazione tra i vari strumenti di governance aziendale non è privo di complessità però. Il principale rischio è limitarsi a un approccio formale, orientato al solo adempimento.

Diventa quindi fondamentale garantire qualità, affidabilità e tracciabilità dei dati ESG, soprattutto nelle PMI, attraverso investimenti in competenze, strumenti e formazione. In questo contesto, la preparazione dei professionisti e i percorsi abilitanti per la revisione della sostenibilità assumono un ruolo centrale.

L’integrazione tra adeguati assetti, rendicontazione di sostenibilità e Balanced Scorecard rappresenta oggi uno dei più efficaci strumenti per la governance aziendale. Il commercialista assume un ruolo strategico nell’accompagnare le imprese verso sistemi di controllo evoluti, capaci di rispondere sia alle esigenze normative sia alle aspettative del mercato.

L’utilizzo congiunto di IRS 18, report ESG e Balanced Scorecard consente di:

  • rafforzare la governance interna;
  • aumentare la credibilità verso gli stakeholder;
  • monitorare l’impatto sociale e ambientale;
  • comunicare il valore in modo chiaro, misurabile e verificabile.

In quest’ottica, la costruzione di adeguati assetti passa attraverso:

  1. la verifica dell’adeguatezza organizzativa, includendo i presidi ESG;
  2. l’avvio della rendicontazione di sostenibilità secondo ESRS o VSME;
  3. la progettazione di una Balanced Scorecard integrata con KPI ESG;
  4. la formazione continua e l’aggiornamento sui nuovi obblighi di revisione della sostenibilità.

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