Integrazione ESG e Modello 231: linee guida strategiche per le imprese

4 Dicembre 2024
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Un nuovo documento del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC) e della Fondazione Commercialisti approfondisce l’importanza di unire il Modello 231 ai fattori ESG (Environment, Social, Governance) per promuovere una gestione aziendale moderna e responsabile. Pubblicato il 12 luglio 2024, lo studio, intitolato “Modello 231 e fattori ESG: L’importanza di una virtuosa connessione”, analizza come le imprese possano integrare il modello organizzativo di gestione previsto dal Decreto Legislativo 231/2001 con i principi ESG, garantendo sia la conformità normativa che la sostenibilità.

Il documento si configura come una guida pratica per implementare un sistema di gestione che consenta alle aziende di mitigare i rischi legati a violazioni normative e migliorare la sicurezza operativa, con ricadute positive anche sulla reputazione e sull’attrattività verso investitori. Di seguito un elenco dei punti principali:

1. La sostenibilità come pilastro della strategia aziendale

Negli ultimi anni, la sostenibilità è diventata un elemento centrale nelle strategie aziendali. Essa non riguarda più solo la redditività, ma anche l’impatto positivo generato sull’ambiente e sulla società. L’integrazione di criteri ESG nella gestione aziendale richiede una visione di lungo periodo, orientata alla prevenzione dei rischi e alla creazione di valore per tutti gli stakeholder: dipendenti, comunità locali e il pianeta.

Con l’introduzione della Direttiva europea CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), le imprese sono obbligate a fornire una rendicontazione dettagliata sugli impatti ESG. In questo contesto, il Modello 231 offre uno strumento efficace per garantire trasparenza e tracciabilità, contrastando pratiche di greenwashing e riducendo il rischio di sanzioni legate alla mancata conformità.

Un altro aspetto fondamentale è il rating ESG, che misura la performance di sostenibilità delle imprese. Questo indicatore, sempre più rilevante per attrarre investitori e accedere al credito, può essere migliorato grazie all’applicazione di un Modello 231 ben strutturato, che assicuri conformità alle normative e trasparenza nelle politiche aziendali.

2. Fattori ESG, 231 e responsabilità degli enti: un legame imprescindibile

Il Decreto Legislativo 231/2001 introduce la responsabilità amministrativa delle aziende per determinati reati commessi nell’interesse o a vantaggio dell’ente. Il Modello 231, concepito per prevenire tali reati, è ora un pilastro fondamentale anche per affrontare le nuove sfide poste dai criteri ESG.

I fattori ESG si intersecano con molte delle aree di rischio coperte dal Modello 231:

  • Ambiente: conformità alle normative su gestione dei rifiuti, tutela delle risorse idriche e controllo delle emissioni.
  • Sociale: rispetto delle leggi sulla sicurezza sul lavoro e sui diritti dei dipendenti.
  • Governance: controllo su corruzione, riciclaggio e abuso di mercato, che rafforzano la cultura della legalità e riducono il rischio di scandali legati a greenwashing.

Questa integrazione non solo favorisce la prevenzione di reati, ma rafforza la resilienza aziendale, rendendo le imprese più competitive e conformi alle aspettative normative e di mercato.

3. Digitalizzazione al servizio del Modello 231 e dei dati ESG

Un aspetto innovativo emerso dallo studio del CNDCEC è il ruolo della tecnologia nella gestione dei dati ESG. La digitalizzazione permette di tracciare, raccogliere e analizzare informazioni in modo più efficiente, migliorando la trasparenza e la qualità della rendicontazione.

L’utilizzo di strumenti digitali è particolarmente utile per:

  • Ottimizzare la tracciabilità dei dati e delle informazioni ESG.
  • Garantire una gestione del rischio più efficace, soprattutto in ambito di compliance penale.
  • Contrastare il greenwashing attraverso dati verificabili e facilmente consultabili.

4. Linee guida operative per integrazione ESG e Modello 231

Il documento del CNDCEC fornisce un contributo pratico per aiutare le imprese a combinare i principi ESG con il Modello 231. Le principali aree di intervento includono:

  1. Conformità e gestione dei rischi: rafforzare i processi aziendali per ridurre le vulnerabilità.
  2. Supporto al rating ESG: favorire una valutazione positiva delle performance di sostenibilità.
  3. Miglioramento della reputazione: promuovere la trasparenza e la coerenza tra valori dichiarati e pratiche adottate.
  4. Ottimizzazione della compliance integrata: ridurre i costi legati a inefficienze e mancanze di coordinamento.
  5. Digitalizzazione dei processi: implementare soluzioni tecnologiche per la gestione dei dati e delle verifiche.

In definitiva, l’integrazione ESG e Modello 231 rappresenta una leva strategica per le aziende che aspirano a distinguersi in un mercato sempre più orientato alla sostenibilità. Attraverso l’adozione di queste linee guida, le imprese possono rafforzare la propria competitività, migliorare la reputazione e allinearsi alle richieste di una governance moderna e responsabile.

Per ulteriori informazioni riguardo l’applicazione del Modello 231, rivolgiti a Bottari & Associati. Contattaci per maggiori informazioni o per una consulenza.