Negli ultimi anni il Patent Box per software è diventato uno degli strumenti fiscali più interessanti per le imprese italiane che investono in ricerca e sviluppo ed in innovazione tecnologica. La Risposta n. 223 del 22 agosto 2025 dell’Agenzia delle Entrate ha segnato un punto di svolta, eliminando uno degli ostacoli più discussi: l’obbligo della registrazione SIAE. Da oggi, infatti, anche i software non registrati possono beneficiare della deduzione maggiorata del 110% prevista dal regime agevolativo, purché accompagnati da una dichiarazione sostitutiva.
Questa novità ha un impatto significativo per startup, PMI e grandi aziende che sviluppano programmi informatici, piattaforme digitali, applicazioni o soluzioni basate su intelligenza artificiale. L’eliminazione del vincolo della registrazione rende la procedura molto più snella e accessibile, con risparmi fiscali immediati che possono essere reinvestiti in innovazione.
Cos’è il Patent Box per software
Il Patent Box per software è un regime agevolativo introdotto con il Decreto-legge n. 146/2021, che consente di maggiorare del 110% i costi legati a beni immateriali strategici. Tra questi beni, oltre a brevetti industriali, disegni e modelli, rientrano anche i software protetti da copyright.
L’obiettivo del legislatore è quello di stimolare gli investimenti tecnologici, premiando l’attività creativa e innovativa delle imprese. Grazie a questa misura, infatti, le aziende possono dedurre fiscalmente una quota superiore rispetto alle spese effettivamente sostenute, ottenendo così un abbattimento dell’imponibile e un risparmio concreto sulle imposte.
La novità della Risposta n. 223/2025
Con il documento di prassi n. 223 del 22 agosto 2025, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito un punto rimasto incerto per anni: per accedere al Patent Box ordinario per software non è necessario che il programma informatico sia registrato alla SIAE.
Per sfruttare il beneficio è sufficiente predisporre una dichiarazione sostitutiva di atto notorio (ai sensi del DPR 445/2000), in cui l’impresa attesta:
- la titolarità del software (che può derivare da sviluppo interno o da un contratto di cessione/licenza);
- i requisiti di originalità e creatività;
- una descrizione tecnica che evidenzi gli aspetti innovativi e distintivi del progetto.
Il meccanismo premiale SIAE: recupero retroattivo di 8 anni
Se la registrazione alla SIAE non è un requisito obbligatorio per il regime ordinario, resta comunque essenziale per accedere al cosiddetto meccanismo premiale (o recapture). Questo istituto consente alle aziende di applicare la deduzione maggiorata del 110% anche alle spese sostenute negli otto periodi d’imposta precedenti rispetto alla registrazione.
Questa possibilità, per aziende con ingenti investimenti pluriennali, si traduce in vantaggi fiscali molto rilevanti di cui possono beneficiare nell’anno in cui ottengono la privativa. Che coincide, nel caso dei software, con l’anno in cui viene registrato il software presso la SIAE.
Costi agevolabili nel Patent Box per software
Per calcolare correttamente la deduzione maggiorata del 110% è fondamentale identificare con precisione i costi ammissibili. Secondo le regole dell’art. 109 del TUIR e i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate, sono eleggibili i costi direttamente connessi allo sviluppo e al miglioramento del software, tra cui:
- Personale tecnico specializzato: stipendi e contributi degli sviluppatori, calcolati sulle ore effettivamente dedicate al progetto;
- Consulenze esterne: compensi pagati a professionisti o società che forniscono supporto tecnico o scientifico;
- Licenze e strumenti di sviluppo: framework, librerie e ambienti software utilizzati esclusivamente per il progetto;
- Materiali e forniture dedicate: server di test, hardware e dispositivi impiegati nello sviluppo.
Sono invece esclusi costi amministrativi, spese di marketing, attività legali generiche e manutenzione ordinaria.
Applicabilità a diversi tipi di software
Una delle domande più frequenti riguarda l’ambito di applicazione del Patent Box per software. La Risposta n. 223/2025 ha chiarito che il regime si applica sia al software sviluppato per uso interno, sia a quello destinato alla commercializzazione.
- Software gestionale interno: sistemi ERP o CRM proprietari, se dotati di innovatività tecnologica, possono beneficiare del regime.
- Software commerciale: applicazioni, piattaforme SaaS, mobile app sviluppate per il mercato sono pienamente ammissibili.
- Software ibrido: programmi creati per uso interno e successivamente commercializzati rientrano comunque nell’agevolazione.
- Software open source modificato: le modifiche sostanziali che introducono funzionalità innovative possono essere considerate nuovi software agevolabili.
- Soluzioni basate su AI e Machine Learning: algoritmi e modelli proprietari rientrano a pieno titolo tra i beni immateriali incentivati.
La documentazione da predisporre
Per evitare contestazioni, le imprese devono dimostrare con documenti chiari e verificabili la legittimità del beneficio richiesto. Tra gli elementi fondamentali da conservare:
- registri delle ore di lavoro (timesheet) del personale coinvolto;
- contratti con consulenti esterni;
- fatture e documenti di spesa;
- codice sorgente e documentazione tecnica del software;
- report di avanzamento dei progetti e analisi delle funzionalità innovative.
Un aspetto cruciale riguarda il sistema di ripartizione dei costi: non sono ammessi criteri forfetari, ma soltanto metodi oggettivi e tracciabili, ad esempio basati sulle ore effettivamente lavorate o sull’utilizzo delle risorse IT.
Controlli fiscali e gestione del rischio
Come in ogni regime agevolativo, anche il Patent Box per software è soggetto a possibili controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. Gli elementi che possono essere oggetto di verifica includono:
- la veridicità della dichiarazione sostitutiva;
- l’effettivo sostenimento dei costi dichiarati e la loro congruità;
- il rischio in capo all’azienda delle attività di sviluppo;
- la coerenza tra documentazione tecnica e benefici fiscali richiesti.
Una corretta pianificazione fiscale e la predisposizione di dossier completi riducono sensibilmente il rischio di contestazioni e la possibilità di usufruire della “penalty protection”.
La gestione del Patent Box per software richiede competenze specifiche sia in ambito fiscale che tecnico. Per questo motivo è fondamentale affidarsi a professionisti che possano seguire l’intero processo. La Risposta n. 223/2025 apre una nuova stagione per le imprese innovative italiane. Sfruttare al meglio questa opportunità può fare la differenza tra un investimento che pesa sui bilanci e un progetto che diventa un vero vantaggio competitivo. Per informazioni e consulenze puoi contattare Bottari & Associati, operativo su tutto il territorio nazionale. Contattaci per un incontro preliminare.