Fattori ESG e Modello 231: come integrarli per una governance sostenibile

2 Ottobre 2024
fattori esg

L’integrazione tra il Modello 231 (D.Lgs 231/2001) e i fattori ESG (Environmental, Social, Governance) rappresenta una sinergia strategica per promuovere una governance aziendale sostenibile. Questa combinazione non si limita alla prevenzione dei reati, ma si estende alla promozione di pratiche responsabili dal punto di vista ambientale, sociale e della trasparenza aziendale.

Integrazione tra Modello 231 e fattori ESG

Il Modello 231 è stato introdotto per prevenire i reati nelle aziende attraverso l’adozione di sistemi di controllo interno e strutture organizzative efficaci. I fattori ESG, invece, ampliano l’idea di responsabilità aziendale includendo aspetti legati alla sostenibilità ambientale e sociale, rendendo la governance più olistica e proattiva.

Questa integrazione diventa essenziale nel contesto normativo attuale. Ad esempio, la Direttiva 2022/2464/UE (CSRD) impone alle imprese obblighi di rendicontazione ESG, che possono essere efficacemente supportati dal Modello 231. L’Organismo di vigilanza (OdV), previsto dal D.Lgs 231/2001, può monitorare sia i rischi legati ai reati sia quelli legati ai fattori ESG, promuovendo una compliance più integrata e trasparente.

La sostenibilità nella governance aziendale

La sostenibilità aziendale si basa sull’equilibrio tra tre dimensioni principali: ambientale, sociale ed economica. Le aziende non sono più chiamate solo a generare profitti, ma devono farlo riducendo l’impatto ambientale, garantendo diritti sociali e operando con una gestione trasparente.

  1. Dimensione ambientale: prevede la gestione responsabile delle risorse naturali, la riduzione delle emissioni inquinanti e la promozione dell’efficienza energetica.
  2. Dimensione sociale: riguarda il rispetto dei diritti umani, condizioni di lavoro dignitose e contributi positivi alle comunità locali.
  3. Dimensione di governance: implica la gestione trasparente e responsabile, con pratiche etiche e una gestione efficace dei rischi.

Responsabilità degli enti e modello organizzativo 231

Il D.Lgs. 231/2001 ha introdotto in Italia la responsabilità amministrativa degli enti per reati commessi per loro interesse da dirigenti o soggetti sotto la loro supervisione. Perché l’ente risponda penalmente, è necessario che il reato sia imputabile a una “colpa di organizzazione”, che deriva dalla mancanza di adeguati modelli organizzativi capaci di prevenire tali reati.

A tal proposito, il modello 231 rappresenta un ottimo strumento di prevenzione dei reati. Infatti, se un ente dimostra di aver adottato e applicato in modo efficace un modello idoneo a prevenirli, può esonerarsi dalla responsabilità amministrativa. Tale modello deve essere però su misura per l’impresa, tenendo conto delle sue dimensioni, complessità e delle attività a rischio di reato.

Ruolo dell’Organismo di Vigilanza (OdV)

L’Organismo di Vigilanza (OdV) è una figura chiave nel sistema di controllo interno previsto dal D.Lgs. 231/2001. La sua funzione è garantire che il modello organizzativo sia implementato, rispettato e aggiornato in base all’evoluzione normativa e aziendale. Le sue principali responsabilità includono:

  • Monitoraggio continuo: Verificare che i comportamenti aziendali rispettino i protocolli stabiliti nel modello.
  • Aggiornamento del modello: Proporre modifiche in risposta a cambiamenti legislativi o aziendali, assicurandosi che il modello rimanga efficace.
  • Gestione dei flussi informativi: Raccogliere e analizzare dati rilevanti per prevenire reati, gestendo le segnalazioni in modo appropriato.
  • Formazione e sensibilizzazione: Promuovere la cultura della legalità e garantire una continua formazione del personale sui temi della compliance.

Il Modello 231 associato all’OdV risultano strumenti indispensabili per garantire un sistema di prevenzione efficace, che permetta alle aziende di operare nel rispetto della legge.

Intersezione fattori ESG e reati presupposto del Modello 231

I fattori ESG (Environmental, Social, Governance) offrono un quadro di sostenibilità che si interseca strettamente con i reati presupposto del Dlgs 231/2001, poiché coprono aree aziendali vulnerabili a rischio di commissione reati e comportamenti illeciti. Di seguito una declinazione dei fattori ESG e i punti di contatto con il Modello 231:

  1. Environmental (E):

La gestione ambientale delle imprese è cruciale per evitare reati come lo smaltimento illecito di rifiuti, l’inquinamento ambientale o i disastri ecologici (tutti previsti dal modello 231). L’adozione di politiche ambientali conformi agli standard ESG riduce il rischio di violazioni normative, promuovendo l’uso efficiente delle risorse e la protezione dell’ambiente.

  1. Social (S):

La dimensione sociale include la tutela dei diritti umani, la sicurezza e la salute dei lavoratori, nonché la prevenzione della discriminazione e dello sfruttamento lavorativo. La mancata osservanza di queste responsabilità potrebbe comportare reati come lesioni colpose o reati legati alla sicurezza sul lavoro. In quest’ottica, i criteri ESG promuovono condizioni di lavoro dignitose e una cultura del rispetto dei diritti umani.

  1. Governance (G):

I fattori di governance mirano a garantire trasparenza, etica aziendale e pratiche decisionali responsabili. Rischi legati a corruzione, frodi o falso in bilancio, inclusi nel “Catalogo 231”, possono essere mitigati con una solida governance aziendale che segua gli standard ESG. Una corretta gestione aziendale riduce il rischio di comportamenti illeciti che potrebbero causare sanzioni legali e danni reputazionali.

Sinergie tra Modello 231 e fattori ESG

Il modello organizzativo 231 se integrato con le pratiche ESG, diventa uno strumento di prevenzione più completo, capace di gestire i rischi legali e i rischi legati alla sostenibilità. Questa integrazione, infatti, favorisce:

  • Miglioramento della gestione del rischio: affronta simultaneamente rischi legati ai reati presupposto e rischi ESG.
  • Valore sostenibile: le aziende che adottano politiche ESG attraggono investitori responsabili e migliorano la loro reputazione.
  • Ottimizzazione delle risorse: armonizzare le procedure di compliance riduce costi e aumenta l’efficacia.

Rendicontazione ESG, bilancio aziendale e compliance 231: un approccio integrato

La rendicontazione ESG è diventata essenziale per le aziende, rispondendo sia a normative sempre più stringenti, sia alla crescente richiesta di trasparenza da parte degli stakeholder. Questa reportistica offre una visione completa delle performance aziendali, valutando l’impatto ambientale, sociale e di governance, andando oltre i meri risultati finanziari. Inoltre, con la Direttiva 2022/2464/UE (CSRD) si è rafforzato l’obbligo per le aziende di fornire dati dettagliati sulle loro attività di sostenibilità, integrandoli nel bilancio annuale.

L’importanza della rendicontazione ESG risiede nel suo ruolo strategico: una gestione accurata migliora la reputazione aziendale, rafforza la fiducia degli investitori e facilita l’accesso a capitali. Inoltre, aiuta le imprese a identificare e gestire i rischi legati alla sostenibilità, rendendole più resilienti di fronte a cambiamenti normativi e di mercato.

Rating ESG e modello 231: sinergie e vantaggi

Il rating ESG è una valutazione sintetica delle performance di sostenibilità di un’azienda. I punteggi elevati aiutano a migliorare la reputazione, ad accedere a capitali sostenibili, attrarre investitori interessati e a gestire meglio i rischi. Tuttavia, pratiche come il greenwashing e il social washing possono compromettere la credibilità di tali rating. Le nuove normative europee, come la CSRD, mirano a ridurre queste pratiche, garantendo una maggiore trasparenza.

Un approccio di compliance integrata, che unisce il modello 231 e i fattori ESG, è la best practice che permette una gestione più efficiente e consapevole dei rischi. Questo sistema aiuta a identificare in modo olistico le criticità aziendali, migliorando la sostenibilità e la trasparenza. Inoltre, l’integrazione di politiche ESG crea anche una cultura aziendale orientata all’etica, alla sostenibilità e alla responsabilità, attirando investitori e talenti e migliorando la competitività sul mercato.

Per ulteriori informazioni riguardo l’applicazione del Modello 231, rivolgiti a Bottari & Associati. Contattaci per maggiori informazioni o per una consulenza.