Riforma 231: una nuova opportunità per le PMI

21 Maggio 2025
riforma 231

Incentivi e opportunità per l’adozione dei Modelli 231

La recente proposta di revisione della normativa sulla responsabilità amministrativa degli enti, meglio nota come Dlgs 231/2001, pone una particolare attenzione al ruolo delle piccole e medie imprese (PMI), segnando un cambiamento significativo rispetto al passato. Oltre a rendere più accessibile l’adozione dei modelli organizzativi, la riforma 231 mira a stimolare un’adesione più ampia grazie all’introduzione di incentivi e semplificazioni procedurali. Tali innovazioni non solo rappresentano un vantaggio per le aziende, ma costituiscono anche un passo avanti verso un sistema economico più etico e responsabile.

Sfide e limiti attuali per le PMI

Ad oggi, molte PMI incontrano difficoltà nell’applicazione pratica delle disposizioni previste dal modello 231, specialmente in alcune aree di rischio. La struttura stessa delle PMI, spesso caratterizzata da una concentrazione delle responsabilità in poche figure chiave (come soci e amministratori), rende complesso separare gli interessi personali da quelli aziendali. Un esempio emblematico è rappresentato dai reati fiscali: in una società di capitali di piccole dimensioni, il socio-amministratore, direttamente coinvolto nella gestione amministrativa, potrebbe essere chiamato a rispondere penalmente per illeciti fiscali. In assenza di strumenti preventivi come i modelli 231, la società potrebbe essere soggetta a sanzioni amministrative aggiuntive.

L’effettiva efficacia e validità dei modelli adottati dalle PMI è spesso messa in discussione proprio a causa della sovrapposizione dei ruoli aziendali. La coincidenza tra proprietà, vertici e funzioni operative rappresenta un ostacolo significativo alla piena attuazione delle previsioni normative. La riforma 231, tuttavia, introduce disposizioni specifiche che mirano a superare queste criticità.

Procedure semplificate per le PMI con la riforma 231

Una delle novità più rilevanti introdotte dalla riforma 231 riguarda le procedure semplificate per l’adozione e l’attuazione dei modelli 231 nelle PMI. Il nuovo articolo 7, prevede che tali procedure vengano definite tramite un decreto del Ministero della Giustizia, in collaborazione con le associazioni di categoria e i ministeri competenti. Questo approccio richiama quanto già stabilito nel Testo Unico Sicurezza (Dlgs 81/2008) in materia di salute e sicurezza sul lavoro, dove una Commissione consultiva elabora procedure semplificate per facilitare l’adozione di modelli organizzativi nelle piccole imprese.

Nonostante l’introduzione di questa misura, rimane l’incognita sui tempi necessari per completare l’iter normativo e sui dettagli operativi delle procedure. In molti auspicano una disciplina più specifica che affronti in modo esaustivo le peculiarità delle PMI, includendo indicazioni pratiche per l’implementazione dei modelli, la gestione del whistleblowing e altre aree critiche. Tuttavia, la strada intrapresa rappresenta comunque un segnale positivo verso una maggiore inclusività normativa.

Incentivi per promuovere l’etica aziendale

Un altro aspetto importante della riforma 231 è rappresentato dall’introduzione di vantaggi tangibili per le imprese che adottano i modelli 231. Tra questi, la possibilità di ottenere punteggi preferenziali nei bandi pubblici e l’accesso a incentivi finanziari. Questo approccio è ispirato al sistema del rating di legalità, che premia le imprese virtuose con benefici concreti.

L’obiettivo è chiaro: promuovere una cultura aziendale basata su principi di etica e legalità. Tuttavia, per molte PMI, l’adozione dei modelli 231 continua a rappresentare una sfida non solo per gli oneri economici, ma anche per la percezione che questi strumenti siano poco compatibili con la loro struttura organizzativa. La riforma mira a ribaltare questa visione, incentivando le imprese a vedere nei modelli un’opportunità di crescita e di competitività.

Riduzione delle sanzioni per le PMI

Un ulteriore elemento di interesse per le PMI riguarda la mitigazione delle sanzioni in caso di coincidenza tra ente e reo. La riforma prevede infatti una riduzione delle sanzioni pecuniarie, in linea con le recenti modifiche introdotte dal Dlgs 87/2024 in materia fiscale. Questa misura è concepita per evitare il cosiddetto “triplo” bis in idem, ovvero la sovrapposizione di sanzioni amministrative, penali e fiscali per lo stesso illecito.

Tuttavia, questa mitigazione non si estende alle sanzioni interdittive, che possono comunque essere applicate sia all’ente sia ai suoi amministratori. Rimane dunque cruciale per le PMI adottare misure preventive adeguate per ridurre il rischio di incorrere in tali sanzioni.

La riforma del Dlgs 231/2001 rappresenta un’occasione unica per le PMI di avvicinarsi ai principi di etica e responsabilità aziendale. Le nuove disposizioni, pur con qualche margine di miglioramento, offrono strumenti concreti per superare le criticità attuali e incentivano le imprese a investire in modelli organizzativi efficaci.

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