Il Decreto Legge del 21 ottobre 2021, n. 146, modificato dalla Legge di bilancio 2022, ha abrogato il vecchio regime del Patent Box e introdotto un nuovo regime agevolativo noto come “nuovo Patent Box”. Questo nuovo regime prevede una “Super deduzione” dei costi di ricerca e sviluppo sostenuti per determinati beni immateriali.
L’obiettivo della norma è rimasto lo stesso: favorire gli investimenti delle imprese in beni immateriali specifici e promuovere le attività di ricerca e sviluppo finalizzate alla crescita e al mantenimento di tali beni, considerati fondamentali per stimolare la crescita economica del Paese.
L’Agenzia delle Entrate, attraverso la Circolare n. 5/E del 2022 e il Provvedimento n. 52642 del 24 febbraio 2023, ha fornito chiarimenti in merito agli investimenti effettuati da consorzi e reti di imprese. In generale, l’Agenzia delle Entrate identifica come soggetti investitori coloro che, durante l’esecuzione delle attività di ricerca e sviluppo, sostengono i relativi costi, assumendosi i rischi connessi e beneficiando dei risultati eventuali.
Le regole sul Nuovo Patent Box per consorzi e reti di imprese
L’AdE, già rispetto alla precedente versione del Patent Box, aveva fornito chiarimenti in merito alla nozione di Soggetto Investitore nel caso di Consorzi e Reti di Imprese in merito al riaddebbito dei costi sostenuti da terzi.
L’interpretazione fornita dall’Agenzia delle Entrate tramite la Risposta ad interpello n. 159 del 24 gennaio 2023, nel confermare che il vecchio e nuovo Patent Box condividono la medesima ratio, ribadiva la possibilità del riaddebito all’investitore dei costi per attività commissionate a soggetti terzi da una società del medesimo gruppo (c.d “centrale di acquisto”), ovvero nel caso di accordi infragruppo.
Una possibilità però subordinata alla precondizione che venga effettuato un mero riaddebito, come previsto nel Action 5, dove si afferma che “quando un pagamento è effettuato per mezzo di una parte collegata ad una parte non collegata senza alcun margine, il pagamento sarà incluso nelle spese qualificate”.
In virtù della stretta osmosi tra nuovo Patent Box e credito di imposta R&S, nel fornire chiarimenti sulla particolare declinazione del soggetto investitore nell’ambito di investimenti effettuati da reti di imprese e consorzi, l’AdE con la Circolare n. 5/E del 2022 ha richiamato le conclusioni già raggiunte sulle reti di imprese che possono beneficiare del credito di imposta per la ricerca e sviluppo.
Poiché il contratto di rete si caratterizza dalla volontà di due o più imprenditori ad avviare forme di collaborazione finalizzata ad incrementare capacità innovativa e competitività ed è alla basi di suddetta iniziativa che avviene la stipula del programma comune di rete teso a concretizzare il progetto di investimento, anche nel caso di Reti di Imprese è prevista la possibilità di riaddebitare i costi alla rete-soggetto, la quale, risultando un’impresa a tutti gli effetti, può essere destinataria dell’agevolazione.
In maniera del tutto analoga, quindi, anche i consorzi, essendo contratti con cui due o più imprenditori “istituiscono un’organizzazione comune per la disciplina o per lo svolgimento di determinate fasi delle rispettive imprese” (art. 2602 c.c.), dando vita ad un nuovo soggetto giuridico autonomo e distinto rispetto alle imprese consorziate, altresì dotato di propria partita iva, possono accedere all’agevolazione.
Differente, invece, è il caso della rete-contratto, che non costituendo un nuovo soggetto passivo di imposta, totalmente distinto dalle singole imprese partecipanti, non potrà beneficiare in modo autonomo della maggiorazione del 110%. I beneficiari del nuovo Patent Box in questo caso saranno le singole imprese aderenti alla rete.
Studio Bottari e associati, come esperto nell’ambito del nuovo Patent Box, è disponibile per fornire consulenza e assistenza sul nuovo Patent Box nell’ambito dei consorzi e delle reti di imprese. Contattaci per un incontro preliminare.