La responsabilità d’impresa regolata dal Decreto Legislativo 231 del 2001 rappresenta un principio fondamentale nel panorama giuridico italiano. Questo concetto si basa sull’idea che un’organizzazione sia chiamata a rispondere per la mancata adozione di misure adeguate a prevenire reati. Tale nozione, nota come “colpa di organizzazione”, è divenuta sempre più centrale, specie dopo importanti casi giurisprudenziali come il celebre caso Impregilo. Recentemente, si è ipotizzato di includere esplicitamente questo principio tra gli elementi costitutivi dell’illecito amministrativo, rafforzandone il ruolo strategico nella gestione delle imprese.
Verso un sistema organizzativo più efficace
L’evoluzione normativa potrebbe enfatizzare ulteriormente l’importanza di un sistema organizzativo efficace, soprattutto per le strutture complesse. L’articolo 2086 del Codice civile già evidenzia l’obbligo di predisporre adeguati assetti organizzativi e amministrativi, richiamando l’integrazione tra i vari sistemi di gestione e controllo. Le Linee Guida 231 pubblicate da Confindustria nel 2021 sottolineano i benefici di un approccio integrato, che si traduce in una razionalizzazione delle attività aziendali e in un miglioramento della circolazione informativa.
In questa prospettiva, Confindustria ha incoraggiato l’esplorazione delle sinergie tra il sistema 231 e altre normative tecniche di settore. Un documento recente del Ministero della Giustizia ha introdotto l’obbligo di includere una sezione dedicata alla compliance integrata nei Codici di comportamento 231. Inoltre, la pubblicazione della norma UNI 11961 nel dicembre scorso rappresenta un passo importante verso l’armonizzazione dei modelli organizzativi previsti dal Decreto 231 con i sistemi di gestione per la compliance descritti nella UNI ISO 37301.
Giurisprudenza e responsabilità d’impresa
La giurisprudenza italiana si sta muovendo verso una concezione più dinamica e integrata della responsabilità d’impresa. Nel caso British Telecom, è stata riconosciuta l’efficacia esimente di protocolli operativi adottati al di fuori del modello 231 ufficiale, nonostante alcune sue carenze. Questo approccio giurisprudenziale evidenzia una maggiore apertura verso modelli organizzativi capaci di adattarsi alle specificità delle imprese.
Allo stesso modo, nella sentenza sul disastro ferroviario di Viareggi, la Suprema Corte ha affermato che l’accusa deve dimostrare l’esistenza di un deficit organizzativo, mentre l’ente può provare l’idoneità di presidi alternativi. Questi sviluppi rafforzano il concetto di responsabilità d’impresa come un sistema flessibile, in grado di adattarsi alle esigenze reali delle organizzazioni.
Opportunità e sfide per una gestione aziendale moderna
L’adozione di un approccio normativo che formalizzi questa impostazione potrebbe rappresentare un’opportunità per migliorare l’efficienza e l’efficacia della gestione aziendale. Tuttavia, è essenziale evitare che l’armonizzazione tra diversi strumenti di controllo conduca a una perdita di specificità del modello 231. Il position paper di Assonime (n. 4/2025) propone di equiparare il modello 231 a un sistema di controllo interno e gestione integrata del rischio. Sebbene questa proposta rappresenti un importante passo avanti, è fondamentale garantire che essa non comprometta la funzione penal-preventiva del modello.
Responsabilità d’impresa: un equilibrio tra prevenzione e gestione
Il modello 231 si basa su un risk assessment che considera le caratteristiche specifiche dell’ente, le dinamiche tipiche del settore e la storia giudiziaria dell’organizzazione. Questo approccio distintivo non può essere semplicemente assimilato a pratiche aziendali standard, poiché i protocolli preventivi richiesti dalla normativa 231 rispondono a principi spesso diversi da quelli di altri settori.
In conclusione, la promozione di un’armonizzazione tra diversi sistemi organizzativi rappresenta un obiettivo coerente con i principi della responsabilità d’impresa. Tuttavia, è necessario che tale armonizzazione sia accompagnata da un approccio calibrato, capace di mantenere alta l’attenzione sulla prevenzione dei reati e di garantire la specificità del modello 231. Solo così si potrà costruire un sistema di gestione aziendale che equilibri efficacemente gli obiettivi di efficienza organizzativa con quelli di prevenzione penale, offrendo alle imprese strumenti realmente utili per affrontare le sfide della modernità.
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