Whistleblowing: il CNDCEC interviene sulle criticità della nuova disciplina

2 Novembre 2023
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Il Consiglio nazionale dei commercialisti ha pubblicato il 11.10.2023 un documento di analisi sugli impatti della nuova disciplina del whistleblowing sull’organizzazione delle aziende.

Questo documento mira a fornire una panoramica delle problematiche applicative della nuova disciplina, in attesa che le best practice e la giurisprudenza possano offrire i chiarimenti necessari per una corretta applicazione delle nuove norme riguardanti i controlli interni e la gestione dei rischi.

L’approfondimento, intitolato “Nuova disciplina del Whistleblowing e impatto sul D.Lgs. 231/2001” (disponibile QUI), analizza i seguenti aspetti:

  • Gli effetti del D.lgs. 24/2023 sui modelli organizzativi 231;
  • Le modalità di segnalazione degli illeciti e la loro gestione;
  • Il ruolo dell’Organismo di vigilanza e la possibilità di assegnargli la gestione delle segnalazioni.

Chi deve dotarsi dei canali di segnalazione interna?

La recente riorganizzazione della disciplina in materia di whistleblowing, prevista dal decreto legislativo n. 24 del 10 marzo 2023 in attuazione della Direttiva (UE) 2019/1937, ha suscitato preoccupazione nelle associazioni rappresentative del mondo imprenditoriale.

Questa riforma ha unificato le regole relative al whistleblowing per il settore pubblico e privato in un unico testo normativo.

In particolare, le associazioni imprenditoriali hanno espresso preoccupazione per l’inclusione delle imprese con meno di 50 dipendenti, ritenendo che ciò sia eccessivamente gravoso e non previsto dalla stessa direttiva (UE) 2019/1937, che in linea di principio esclude le imprese al di sotto di tale soglia dimensionale.

Le linee guida ANAC, approvate con Delibera n°311 del 12 luglio 2023, chiariscono i nuovi ambiti di applicazione della normativa prevista nel D.lgs 24/2023 con riferimento al settore privato.

Di seguito si riporta in dettaglio il perimetro di applicazione del settore privato:

  • Soggetti privati che hanno impiegato nell’ultimo anno la media di almeno cinquanta lavoratori subordinati (con contratti di lavoro a tempo indeterminato o determinato)
  • Soggetti del settore privato che rientrano nell’ambito di applicazione degli atti dell’Unione di cui alle parti I.B e II dell’allegato 1 al d.lgs. n. Parte prima – Ambito soggettivo 13 | AUTORITÀ NAZIONALE ANTICORRUZIONE 24/2023, anche se nell’ultimo anno non hanno raggiunto la media di almeno cinquanta lavoratori subordinati (con contratti di lavoro a tempo indeterminato o determinato
  • oggetti del settore privato che rientrano nell’ambito di applicazione del d.lgs. n. 231/2001, e adottano i modelli di organizzazione e gestione ivi previsti, se nell’ultimo anno hanno raggiunto la media di almeno cinquanta lavoratori subordinati (con contratti di lavoro a tempo indeterminato o determinato
  • Soggetti del settore privato che rientrano nell’ambito di applicazione del d.lgs. n. 231/2001 e adottano i modelli di organizzazione e gestione ivi previsti, anche se nell’ultimo anno non hanno raggiunto la media di almeno cinquanta lavoratori subordinati (con contratti di lavoro a tempo indeterminato o determinato).

 

Secondo l’articolo 4 comma 1 del Decreto Legislativo n. 24/2023, sia i soggetti del settore pubblico che quelli del settore privato, ( come sopra definiti) sentite le rappresentanze o le organizzazioni sindacali, devono attivare propri canali di segnalazione.

L’atto organizzativo: il cuore del nuovo sistema di whistleblowing

L’atto organizzativo è il fulcro del nuovo sistema di whistleblowing. Le Linee guida dell’ANAC, ne sottolineano l’importanza, definendolo come un documento fondamentale per le realtà che devono rivedere i loro modelli organizzativi 231.

L’atto organizzativo deve essere adottato dall’organo di indirizzo e deve definire i ruoli e le responsabilità dei soggetti coinvolti nella gestione delle segnalazioni. Inoltre, deve prevedere misure di sicurezza per la protezione dei dati personali e la riservatezza delle informazioni contenute nelle segnalazioni.

Nel settore pubblico, le amministrazioni e gli enti che devono adottare il Piano Integrato di Attività e Organizzazione (PIAO), il Piano Triennale per la Prevenzione della Corru.zione e per la Trasparenza (PTPCT) o le misure integrative del modello 231 possono fare riferimento all’atto organizzativo all’interno di tali documenti, pianificando iniziative di sensibilizzazione e formazione del personale sul tema.

Riguardo all’attribuzione della funzione di gestore delle segnalazioni, il CNDCEC sottolinea il ruolo dell’Organismo di Vigilanza (OdV) nel sistema di whistleblowing e suggerisce di valutare la possibilità di affidare all’OdV anche il ruolo di gestore delle segnalazioni.

Per supportare le imprese in questo processo di assestamento della loro struttura organizzativa alle nuove regole e per promuovere una cultura d’impresa innovativa, lo  Studio Bottari & Associati organizza corsi di formazione sulla corretta implementazione del Modello Organizzativo 231, per i quali è possibile accedere anche a programmi di finanziamento integrale da parte di Fondi Interprofessionali.

Il corso ha come obiettivo quello di:

  • fornire ai partecipanti un quadro chiaro sulla normativa in materia di responsabilità amministrativa delle persone giuridiche in Italia;
  • esaminare le implicazioni organizzative e gestionali che caratterizzano l’implementazione del Modello Organizzativo personalizzato sulle specifiche attività dell’ente, in modo da definire uno strumento idoneo atto a prevenire la commissione d’illeciti (cd. reati presupposto) da parte delle figure apicali e dei dipendenti sottoposti.

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