Nell’attuale contesto di crescente attenzione per la sostenibilità, le banche stanno introducendo nuovi criteri per valutare il merito creditizio delle imprese. Tra questi, il Green Asset Ratio (GAR) è uno dei più rilevanti.
Il GAR è un indicatore che è stato recentemente adottato dall’European Banking Authority (EBA), a seguito dell’approvazione della Tassonomia europea, una classifica delle attività economiche considerate sostenibili in Europa, ai sensi del Green Deal Europeo.
Il GAR misura l’impegno delle banche verso la sostenibilità e si calcola rapportando il valore nominale dei finanziamenti verdi al totale degli asset ponderati per il rischio. I finanziamenti verdi sono quelli destinati a progetti che contribuiscono agli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi, come la lotta al cambiamento climatico, l’efficienza energetica e le energie rinnovabili.
Le conseguenze del Green Asset Ratio sul merito creditizio delle imprese
Le conseguenze del Green Asset Ratio sul merito creditizio delle imprese sono significative. L’obiettivo generale delle nuove regole sulla Tassonomia è quello di ottenere un’informativa armonizzata sul modo in cui le istituzioni bancarie stanno incorporando la sostenibilità nelle loro strategie e nei processi di gestione del rischio.
In questo senso, al fine di rendicontare i rischi ESG, sono stati sviluppati standard vincolanti anche per le banche soggette alla Capital Requirements Regulation (CRR), con particolare attenzione ai rischi climatici e alle azioni intraprese per mitigarli.
Tra i criteri utili per valutare l’impegno delle banche e degli istituti finanziari verso la sostenibilità, il Green Asset Ratio (GAR) gioca dunque un ruolo chiave.
Poiché il valore del GAR di un istituto di credito tiene conto delle attività svolte dai suoi clienti e della sostenibilità dei progetti finanziati, le imprese più sostenibili saranno avvantaggiate nella valutazione positiva del loro merito creditizio.
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