In materia di Credito d’imposta Ricerca e Sviluppo, arriva un nuovo strumento di tutela per le imprese: con il D.L. n. 73 del 21 giugno 2022, il Governo ha introdotto la possibilità per le aziende di richiedere una certificazione che attesti la qualificazione degli investimenti effettuati o da effettuare ai fini della loro classificazione nell’ambito delle attività ammissibili al beneficio.
L’ottenimento della certificazione mette al riparo le imprese dal rischio di sanzioni per credito inesistente e credito non spettante.
La misura in questione succede al precedente intervento normativo che consente di sanare eventuali utilizzi indebiti del credito di imposta per R&S del periodo 2015 – 2019, con versamento delle sole somme indebitamente compensate senza applicazione di sanzioni ed interessi.
La certificazione riguarda sia le attività di R&S sia le attività di innovazione tecnologica finalizzate al raggiungimento di obiettivi di innovazione digitale 4.0 e di transizione ecologica, per le quali sono previste delle maggiorazioni dell’aliquota del credito d’imposta, ed ha effetti vincolanti nei confronti dell’Amministrazione finanziaria, tranne nel caso in cui venga rilasciata per una attività diversa da quella concretamente realizzata.
Può essere richiesta a condizione che:
- non siano già state constatate violazioni relative all’utilizzo dei crediti d’imposta derivanti dalle attività oggetto di certificazione;
- non siano già iniziati accessi, ispezioni, verifiche o altre attività amministrative di accertamento delle quali l’autore o i soggetti solidalmente obbligati abbiano avuto formale conoscenza.
Sarà un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (da adottare entro il 21 luglio prossimo) a stabilire, su proposta del Ministro dello sviluppo economico, i requisiti dei soggetti pubblici o privati abilitati al rilascio della certificazione.
I soggetti che verranno giudicati idonei saranno inseriti in un apposito albo dei certificatori, tenuto dal Ministero dello sviluppo economico. I soggetti abilitati dovranno attenersi, nel processo valutativo, a quanto previsto da apposite linee guida del Mise, che dovranno essere periodicamente elaborate ed aggiornate.
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