Iniziare un’attività imprenditoriale è il sogno di molti. Tuttavia, fare impresa non significa solamente avviare un’azienda, ma implica anche saperla gestire in modo appropriato. Gestire un’impresa implica definire obiettivi e strategie, organizzare risorse e processi, coordinare persone e mezzi al fine di raggiungere gli obiettivi di business prefissati.
La gestione d’impresa riguarda quindi l’attuazione delle scelte imprenditoriali attraverso la pianificazione, l’organizzazione, la direzione e il controllo di tutte le aree aziendali. Tuttavia, per avere successo nel mondo degli affari, è fondamentale non solo “fare impresa”, ma farlo bene, definendo ruoli, responsabilità e deleghe all’interno dell’organizzazione.
Tuttavia, la gestione d’impresa da sola non è sufficiente. Sebbene rappresenti un aspetto fondamentale per il successo di un’azienda, essa non può prescindere da un approccio più ampio che integri pianificazione, etica, sostenibilità, innovazione e adattabilità ai cambiamenti del mercato.
Negli ultimi anni, il mondo ha subito cambiamenti significativi e il sistema economico e finanziario delle aziende di tutti i settori ha mostrato cedimenti strutturali significativi. Questo ha evidenziato l’urgenza di adottare un nuovo approccio organizzativo, produttivo ed economico basato sulla sostenibilità. Per sostenibilità si intende qui la capacità di bilanciare il profitto economico con il benessere del personale e con la società nel suo complesso.
Il modello 231: strumento strategico della gestione aziendale
Per realizzare concretamente quanto sopra, non è necessario introdurre nuove regole e procedure. Le indicazioni per “fare impresa” in modo strategico e innovativo esistono già da anni e fanno parte del nostro ordinamento giuridico. In particolare, si fa riferimento al Modello di Organizzazione e Gestione 231/2001, che rappresenta il fulcro dell’attività aziendale.
Il Modello di Organizzazione e Gestione (Modello 231/2001) fornisce linee guida e strumenti che assicurano equilibrio e stabilità a qualsiasi organizzazione aziendale che lo adotta in maniera efficace e rappresenta dunque un elemento chiave per garantire una buona gestione d’impresa.
In sintesi, si tratta di un efficace sistema di controllo che consente alle imprese di preservare la loro posizione sul mercato e di evitare di incorrere in problemi durante l’esecuzione delle attività aziendali, sia sul piano organizzativo, amministrativo e contabile che su quello produttivo e finanziario.
Il Modello di Organizzazione e Gestione (Modello 231/2001 o MOG) comprende una serie di adattamenti automatici particolarmente utili per una corretta gestione aziendale. Gli “adattamenti” si riferiscono ai comportamenti e alle procedure interne necessarie sia per prevenire i reati previsti dall’impianto normativo (ovvero per evitare la responsabilità amministrativa dell’azienda) ma anche per assicurarsi un approccio reattivo e resiliente dinnanzi ad eventuali situazioni che potrebbero danneggiare la reputazione e la stabilità dell’impresa.
Naturalmente, poiché ogni azienda ha un baricentro proprio, che è diverso da quello dei suoi competitors, la posizione del baricentro aziendale cambia in base alla forma e alla struttura della stessa organizzazione.
Pertanto, è importante che ciascuna azienda sviluppi il proprio modello di organizzazione e gestione tenendo conto del suo specifico core business e della conseguenziale mappa dei rischi.
Il modello 231 e non solo: quale strategia per il successo delle imprese?
Ma per la competitività e il successo delle imprese oggi serve anche altro. Serve innanzitutto investire nell’innovazione e adottare tecnologie avanzate che consentano di migliorare l’efficienza, creare nuovi prodotti e servizi e raggiungere nuovi mercati.
Inoltre, è sempre più importante prestare attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale delle attività aziendali. Oggi infatti la responsabilità sociale è un asset strategico per la creazione di valore a lungo termine per dipendenti, clienti, azionisti e per la comunità in cui le imprese operano. Integrare criteri di sostenibilità nella strategia aziendale può dunque portare a vantaggi competitivi e garantire la fiducia dei consumatori.
Infine, un nuovo approccio per il successo aziendale richiede anche l’adozione di una mentalità aperta e flessibile. Il mondo degli affari è in costante evoluzione, le aziende devono essere pronte ad adattarsi e innovare per non perdere la competitività acquisita. Ciò implica, ovviamente, investire nella formazione e nello sviluppo dei dipendenti, promuovere una cultura dell’innovazione e dell’esperimento, e avere la capacità di adattarsi rapidamente alle fluttuazioni e dinamiche del mercato.
In sintesi, per fare impresa occorre adottare un approccio che integri pianificazione e programmazione, etica e responsabilità, sostenibilità, innovazione. Le imprese che adottano questo modello di gestione aziendale sono più propense alla crescita.
Si rammenta che l’adozione di un modello organizzativo 231 adeguato, ed efficacemente attuato, può costituire per l’impresa una esimente dall’imputazione per specifici reati previsti nel Dlgs 231/2001.
Infatti, secondo l’articolo 6 del D.Lgs. 231/2001, la società può essere esonerata dalla responsabilità conseguente alla commissione dei reati presupposto se dimostra di avere redatto ed efficacemente applicato – prima della commissione del fatto – un modello organizzativo idoneo a prevenire reati della specie di quelli verificatisi.
Lo Studio Bottari & Associati organizza corsi di formazione sulla corretta implementazione del Modello Organizzativo 231, per i quali è possibile accedere anche a programmi di finanziamento integrale da parte di Fondi Interprofessionali.
Il corso ha come obiettivo quello di:
- fornire ai partecipanti un quadro chiaro sulla normativa in materia di responsabilità amministrativa delle persone giuridiche in Italia;
- esaminare le implicazioni organizzative e gestionali che caratterizzano l’implementazione del Modello Organizzativo personalizzato sulle specifiche attività dell’ente, in modo da definire uno strumento idoneo atto a prevenire la commissione d’illeciti (cd. reati presupposto) da parte delle figure apicali e dei dipendenti sottoposti.
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