Reati tributari presupposto 231: sanzioni per rappresentante e società

2 Luglio 2021
Modello organizzativo 231

Nel corso di Telefisco 2021, gli ufficiali della Guardia di Finanza, intervenuti in risposta ad un quesito, hanno chiarito che, se il rappresentante legale di una società commette un reato tributario richiamato dal D.lgs. 231/2001, il procedimento si estenderà automaticamente anche alla società per l’eventuale accertamento della responsabilità amministrativa e la conseguente irrogazione delle previste sanzioni nei confronti dell’ente.

La risposta della Guardia di Finanza ha posto l’attenzione sui reati tributari inseriti nel catalogo dei reati presupposto 231 dal D.I. 124/2019.

Nel caso prospettato, oltre alla denuncia del legale rappresentante della società, l’operatore di polizia giudiziaria è tenuto a segnalare all’autorità giudiziaria anche la posizione del soggetto collettivo (la società), rappresentando tutte le circostanze di fatto utili a delineare l’eventuale responsabilità dell’ente, compresa la mancata adozione del modello organizzativo.

La polizia giudiziaria, sin dall’emersione dei primi indizi di responsabilità in capo all’ente, è tenuta a riscontrare la sussistenza dei presupposti oggettivi e soggettivi previsti dal decreto legislativo 231/2001, rilevando la sussistenza di un concreto vantaggio o interesse per l’ente, accertando i comportamenti delle persone coinvolte e verificando l’idoneità del modello organizzativo 231 eventualmente adottato.

Nel caso in cui la società non riesca a dimostrare, attraverso l’attuazione di una serie di adempimenti preventivi previsti dal D.lgs. 231/2001, la propria estraneità rispetto alla condotta illecita del proprio amministratore, questa rischierà delle pesanti sanzioni che vanno da 300 a 500 quote, tenendo presente che una quota varia da 258 a 1549 euro.

Risulta quindi necessario che enti e società adottino un modello organizzativo completo e adeguato a prevenire i reati previsti dal D.lgs. 231/2001, compresi i reati tributari, e che tale modello venga correttamente applicato in modo da avere le caratteristiche esimenti previste dalla legge. A tal proposito risulta importante analizzare attentamente i processi di acquisto e vendita della società (ciclo passivo e ciclo attivo) per definire i possibili rischi di commissione del reato. Con riferimento soprattutto alla fase del ciclo passivo, le società devono tracciare la procedura attraverso l’analisi iniziale del fabbisogno di acquisto del bene/servizio in modo da definire tutti i passaggi di controllo fino all’autorizzazione al pagamento della fattura ricevuta.

 

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