A proposito di incentivi per le PMI operanti nel mezzogiorno, alcuni onorevoli hanno presentato un’interrogazione parlamentare (n. 5-00247 del 17 gennaio 2023) chiedendo al Ministro delle Economie e Finanze alcuni chiarimenti sulla proroga del Bonus Mezzogiorno prevista dalla legge di Bilancio 2023.
La manovra finanziaria ha previsto misure fiscali a favore del Mezzogiorno, come la proroga del credito d’imposta per gli investimenti in strutture produttive e l’incentivo per gli investimenti in ricerca e sviluppo nelle zone economiche speciali fino al 31 dicembre 2023.
Con l’interrogazione parlamentare, gli onorevoli interpellanti hanno domandato al Ministro se il dicastero intendesse rendere gli incentivi sul credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno (Bonus Mezzogiorno) uno strumento strutturale.
La proposta degli onorevoli interpellanti a favore delle imprese
Il Bonus Mezzogiorno si è dimostrato uno strumento molto vantaggioso per le imprese e ha avuto un impatto positivo sull’economia nazionale, contribuendo alla crescita degli investimenti produttivi in alcune zone del meridione.
Gli onorevoli interpellanti sostengono che la messa a regime di questo strumento aiuti a creare condizioni favorevoli in termini economici e finanziari per lo sviluppo delle imprese già esistenti e l’insediamento di nuove nella medesima area.
La risposta del Ministero delle Economie e Finanze all’interrogazione parlamentare sul Bonus Mezzogiorno:
Sentiti i competenti Uffici dell’Amministrazione finanziaria, il MEF ha replicato quanto segue.
Il Ministro ha risposto alla proposta di introdurre una disposizione che renderebbe strutturale il credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno evidenziando che l’introduzione una disposizione con cui rendere strutturale il Bonus Mezzogiorno presenta i seguenti profili di criticità:
- Si configura quale deroga al principio generale di incompatibilità di aiuti con il mercato comune, e per tale profilo la sua durata di validità deve essere limitata nel tempo (art. 107, paragrafo 1) del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea – TFUE;
- Potrebbe non essere coerente con il quadro normativo europeo di riferimento;
- Sotto il profilo finanziario, la proroga del credito d’imposta comporta un onere di 1.467 milioni di euro all’anno, per mettere a regime questo strumento andrebbero individuate idonee coperture finanziarie.
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