Le recenti linee guida ANAC relative al whistleblowing hanno ispirato un insieme di dubbi interpretativi tra i legali ed esperti nella contabilità e nella gestione aziendale. Nonostante la pubblicazione di queste linee guida sia un passo positivo verso una maggiore protezione per i whistleblower e l’adozione di procedure organizzative efficaci, persistono questioni non risolte.
In questo articolo, affronteremo i dubbi lasciati in sospeso dal recente intervento dell’ANAC e daremo una visione d’insieme degli aspetti critici della normativa sul whistleblowing che richiedono ulteriori approfondimenti.
Modelli 231 e i Canali di Segnalazione, le criticità delle linee guida ANAC
Una delle prime criticità riguarda innanzitutto la relazione tra i sistemi preventivi adottati dalle aziende in conformità con il d.lgs. 231/2001 e quelli che devono ora essere introdotti per rispettare il D. Lgs. n. N. 24 del 2023 che ha riscritto le regole sul whistleblowing. Anche se il precedente collegamento rigido tra i due sistemi di controllo è stato superato, alcune incertezze persistono.
Per esempio, non è ancora chiaro se i canali di segnalazione previsti nei Modelli 231 dovranno rispettare le caratteristiche delineate nel nuovo decreto sul whistleblowing. È necessario chiarire se i numerosi Modelli 231 che attualmente indicano l’uso di email o PEC per comunicare con l’Organismo di Vigilanza dovranno ora essere aggiornati per includere canali più strutturati, come piattaforme informatiche sicure e riservate.
C’è poi una certa ambiguità sul ruolo degli Organismi di Vigilanza 231 nella gestione delle segnalazioni whistleblowing. Mentre il decreto whistleblowing riconosce i canali di segnalazione interna previsti nei Modelli 231, non è specificato se gli Organismi di Vigilanza potranno però svolgere un ruolo attivo nella gestione delle segnalazioni.
Questo punto necessita di una maggiore chiarezza per assicurare una corretta implementazione delle disposizioni.
Mancanza di Precisione Terminologica e Giuridica
Un altro aspetto che ha generato confusione è la mancanza di precisione terminologica e giuridica sia nel decreto whistleblowing che nelle nuove linee guida ANAC. L’uso di termini come “anche”, “oppure”, “o” e “ovvero” all’interno dello stesso articolo ha portato gli esperti a fornire diverse interpretazioni della normativa, e la tabella riepilogativa nel documento non fornisce indicazioni chiare sull’alternatività tra le diverse forme di segnalazione previste dal decreto.
Inoltre, l’introduzione del concetto di “piattaforma online” come soluzione preferibile per la ricezione e la gestione delle segnalazioni interne solleva interrogativi sulla sua base giuridica. È necessario dunque un chiarimento su questo aspetto così da offrire agli operatori delle indicazioni precise e confinate.
Protezione dei Whistleblowers e Prevenzione delle Ritorsioni
Un aspetto centrale delle linee guida ANAC è quello che affronta il tema della protezione dei whistleblower e la prevenzione da eventuali ritorsioni. A tal proposito, però, non è chiaro come dovrebbero essere gestite le segnalazioni anonime o quelle presentate da soggetti terzi non direttamente coinvolti dalla struttura aziendale.
È fondamentale stabilire procedure specifiche per assicurare che queste segnalazioni siano adeguatamente valutate e gestite.
Inoltre, è necessaria una maggiore chiarezza sulla protezione dei whistleblower da possibili ritorsioni. Le linee guida ANAC forniscono indicazioni generali ma non specificano in modo dettagliato le misure concrete che le aziende devono adottare per garantire la sicurezza e l’integrità dei whistleblower.
Pertanto, è essenziale che l’organismo competente fornisca maggiori dettagli su questo aspetto.
In conclusione, le linee guida ANAC rappresentano un passo significativo verso una maggiore chiarezza legislativa sul whistleblowing. Tuttavia, sono ancora necessari ulteriori chiarimenti su diversi aspetti critici per garantire una corretta implementazione delle disposizioni e una protezione efficace per i whistleblower.
È importante ricordare che il corretto funzionamento dei meccanismi di whistleblowing dipende non solo dalle leggi e dalle linee guida, ma anche dalla cultura organizzativa e dall’atteggiamento dei dirigenti e dei dipendenti verso le segnalazioni.
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