Con l’entrata in vigore del D.Lgs. 8 novembre 2021 n. 195, è stato ampliato il novero dei reati presupposto dei delitti di ricettazione, riciclaggio, autoriciclaggio ed impiego di beni o utilità di provenienza illecita.
Con questo progressivo allargamento del catalogo dei reati presupposto ex D.Lgs. 231/2001, le società e gli enti sono chiamati a valutare la necessità di eventuali aggiornamenti del modello organizzativo in vigore e dei controlli in esso contenuti, verificando se le nuove procedure e i relativi controlli siano adeguati e conformi alle ultime modifiche.
Ricordiamo che il D.Lgs. 231/2001 prevede la responsabilità amministrativa degli enti per una serie di reati presupposto commessi nell’interesse o a vantaggio dell’ente stesso, e che l’adozione di un adeguato modello organizzativo 231 può costituire per l’impresa una vera e propria esimente dall’imputazione. Infatti, secondo l’articolo 6 del D.Lgs. 231/2001, la società può essere esonerata dalla responsabilità conseguente alla commissione dei reati indicati se dimostra di avere redatto ed efficacemente applicato – prima della commissione del fatto – un modello organizzativo idoneo a prevenire reati della specie di quelli verificatisi.
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