Il Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (CCI), entrato definitivamente in vigore il 15 luglio 2022, ha introdotto un importante strumento per cogliere le situazioni di probabile insolvenza in cui possono trovarsi gli imprenditori: la composizione negoziata della crisi.
Si tratta di un percorso attivabile su base volontaria da parte di ogni imprenditore commerciale o agricolo iscritto nel Registro delle imprese che si trovi in una condizione di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario tale da rendere probabile la crisi o l’insolvenza.
Le imprese possono richiedere la nomina di un esperto indipendente, il compito è agevolare le trattative con i creditori e gli altri soggetti interessati, al fine di individuare una soluzione per superare lo stato di crisi, anche attraverso il trasferimento dell’azienda o di alcuni suoi rami.
Si tratta di un percorso di risanamento che consente all’impresa di negoziare con i creditori un accordo volto a superare la crisi.
Il presupposto per avviare la composizione negoziata è che l’impresa, pur trovandosi in una situazione di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario che rende possibile l’insolvenza, non sia ancora entrata in stato di insolvenza.
Un ruolo fondamentale ed attivo lo svolge l’organo di controllo, laddove presente, che deve attivarsi segnalando all’organo amministrativo la sussistenza dei presupposti per la presentazione dell’istanza di composizione negoziata.
L’istanza deve essere presentata al Tribunale competente, corredata dalla documentazione necessaria a delineare la situazione in cui si trova, ed un piano di risanamento.
Il Tribunale, dopo aver verificato la sussistenza dei requisiti di accesso, nomina un esperto che affianca l’imprenditore nelle trattative con i creditori.
Il test pratico per la fattibilità della Composizione Negoziata della crisi
Il test pratico per la fattibilità della Composizione Negoziata della crisi è uno strumento che consente all’imprenditore di valutare, preliminarmente, la fattibilità e la complessità del processo di risanamento.
Disciplinato dal decreto dirigenziale Direttore generale degli affari interni del 28 settembre 2021, il test si basa sulla compilazione di un questionario che fornisce informazioni sull’impresa, sulla sua situazione economico-finanziaria e sulle prospettive di recupero.
Sebbene la compilazione del test non sia un requisito fondamentale per accedere alla composizione negoziata, è comunque fortemente raccomandata, in quanto può fornire all’imprenditore informazioni importanti sulla possibilità di raggiungere un accordo con i creditori.
Per effettuare il test pratico, è necessario che l’impresa si adoperi preliminarmente per definire gli adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili al fine di identificare anticipatamente la crisi e assumere iniziative che ne consentano la risoluzione.
L’istituzione degli adeguati assetti, obbligatoria ai sensi dell’art. 2086 cc, è fondamentale per ogni impresa perché definisce un set di procedure, anche ma non solo di natura amministrativa, necessarie per ottenere informazioni tempestive ed attendibili per la gestione dell’azienda.
Nell’ottica della Composizione Negoziata, poi, aiutano a definire i dati necessari da inserire nella lista di controllo della piattaforma per la verifica della fattibilità della Composizione Negoziata e, successivamente, per la redazione del Piano di risanamento.
Questo test consente infatti di effettuare una valutazione preliminare della complessità del risanamento attraverso una stima del rapporto tra l’entità del debito che deve essere ristrutturato e quella dei flussi finanziari attesi annualmente disponibili per il risanamento.
Il test, accessibile QUI, non deve essere considerato alla stregua degli indici della crisi, ma è in ogni caso uno strumento utile per acquisire consapevolezza circa il grado di difficoltà che l’imprenditore dovrà affrontare e quanto il risanamento dipenderà dalla capacità di adottare iniziative in discontinuità rispetto alla gestione corrente, nonché dall’intensità del tornaround.
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