Crisi d’impresa: perché con il business plan la diagnosi è precoce

5 Aprile 2023
il business plan è uno strumento utile anche per intercettare i segnali di uno stato di crisi dell'impresa

Al fine di adeguarsi agli obblighi contenuti nel nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, definendo così quegli adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili che garantiscono la tempestiva rilevazione dello stato di crisi, ovvero l’adozione di quelle iniziative idonee che permettono di superare la stessa e recuperare la continuità aziendale, a prescindere dalla natura e dimensione dell’impresa, gli imprenditori hanno a disposizione un prezioso strumento che consente di monitorare costantemente l’andamento delle attività.

Ci riferiamo al business plan. Strumento principale con cui attuare un’ottimale pianificazione strategica ed operativa, predisposto periodicamente dal management per allocare le risorse disponibili e focalizzarsi sugli sviluppi futuri della PMI, può essere al contempo utilizzato dall’imprenditore o dal management per presentare l’impresa all’esterno, agli stakeholder e ai potenziali finanziatori e investitori.

Il Business Plan, uno strumento adeguato anche al controllo dell’assetto contabile

Ma non solo. Infatti, il business plan è uno strumento utile anche per consentire la continua verifica dell’assetto contabile di un’impresa da parte di più organi di controllo.

Dal punto di vista soggettivo, il Business Plan è utile perché rende sempre disponibile all’imprenditore e agli organi di controllo interni la documentazione necessaria per monitorare l’assetto contabile (adeguato ai sensi dell’art. 2086 del codice civile come disposto dall’art. 3 comma 2 del nuovo Codice della Crisi d’impresa.) Ovvero quell’assetto, proporzionale alle dimensioni e alla natura dell’impresa, che consente la tempestiva rilevazione dello stato di crisi, definita dalla stessa normativa come “lo stato del debitore che rende probabile l’insolvenza e che si manifesta con l’inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far fronte alle obbligazioni nei successivi dodici mesi”.

Rispetto agli istituti bancari, il Business Plan è un documento efficace ed esaustivo per svolgere la valutazione del merito creditizio di un’impresa, ovvero la sostenibilità del debito di una PMI in un’ottica forward looking, come predisposto dalle nuove Linee Guida emanate dall’Autorità Bancaria Europea (LOMGuidelines on Loan Origination and Monitoring).

Come sfruttare il business plan per gli adeguati assetti

Per ottemperare alle richieste del nuovo codice della crisi d’impresa, il business plan:

  • deve permettere il monitoraggio della dinamica patrimoniale e finanziaria, dal momento che solo un rendiconto finanziario dettagliato permette di avere una perfetta istantanea sull’evoluzione dei flussi di cassa e, perciò, di verificare la sostenibilità del debito;
  • deve essere completo e dettagliato così da permettere agli incaricati una piena disamina delle informazioni che permettono di rilevare eventuali squilibri economici, patrimoniali e finanziari e di individuare gli asset su cui intervenire per il loro superamento;
  • deve essere SMART, deve essere costruito in modo da consentire un facile controllo di quei margini e KPI che risultano più efficaci per inquadrare e condividere facilmente la sostenibilità prospettiva e l’andamento dei margini di profitto, ovvero l’andamento del ciclo economico e le specifiche caratteristiche del settore di appartenenza. Tra questi indici, uno fondamentale e prioritario è certamente il DCSR (Debt Service Coverage Ratio), fondamentale per valutare la sostenibilità del debito e della continuità aziendale.

Per favorire il processo di cambiamento della gestione aziendale delle PMI verso un approccio “forward looking oriented”, lo Studio Bottari & Associati ha realizzato il corso “Strumenti operativi per la gestione delle PMI secondo l’approccio FORWARD LOOKING, finanziato attraverso i Fondi Interprofessionali.

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